giovedì 6 ottobre 2005

Pesce grande mangia pesce piccolo... O NO?!?

"Nell'Everglades National Park, in Florida, un pitone di quattro metri ha cercato di ingoiare un alligatoreamericano di quasi due metri. Cacciatore e preda sono morti, ai guardiani del parco non è rimasto che rimuovere le carcasse. Nelle foto si vede il corpo dell'alligatore che è "sbucato" da quello del pitone, a metà della lunghezza dell'animale"

mercoledì 5 ottobre 2005

La giustizia del premier

Lettera dall'italia di www.italieni.it
 
Silvio Berlusconi e i suoi sono riusciti a diffondere la leggenda che i giudici ce l'hanno con lui. Ma non è vero. Anzi, semmai è il contrario: sono troppo indulgenti, scrive Udo Gümpel

Una delle leggende più incredibili diffuse in Italia è quella secondo cui Silvio Berlusconi sarebbe perseguitato dalla giustizia. Questa idea fantasiosa gode di molto credito ma manca di fondamenti concreti. Anzi, è vero il contrario.

Del resto, se Berlusconi fosse davvero una vittima della giustizia, se si sentisse ferito dalle calunnie di perfidi giornalisti, certo non rinuncerebbe all'opportunità di discolparsi almeno di fronte a un tribunale straniero, quando i corrispondenti esteri a Roma ripropongono nei loro paesi le calunnie dei colleghi italiani.

Insomma, se Berlusconi fosse perseguitato dalle toghe rosse avrebbe sporto querela nella patria del diritto, presso giudici considerati da tutti indipendenti come quelli britannici, per scrollarsi di dosso l'accusa di avere rapporti con la mafia, di aver ospitato un boss nella sua villa di Arcore, di aver evaso il fisco, di aver finanziato illegalmente Craxi e di aver corrotto dei giudici.

Ma nulla di tutto ciò è accaduto. E le sue schiere di avvocati hanno lasciato che scadessero i termini per ricorrere in giudizio davanti a un tribunale britannico contro il libro su Berlusconi, scritto dal mio collega David Lane (L'ombra del potere, Laterza 2005). Invece il Napoleone di Arcore è sceso in campo di fronte al tribunale di Roma contro la traduzione italiana del libro.

Questa diffidenza verso le corti inglesi, tedesche, francesi, spagnole e statunitensi nasce da un solo motivo: in quei paesi il Cavaliere potrebbe impedire la pubblicazione di un libro o di un film scomodi, a condizione di dimostrare sotto giuramento che le affermazioni degli autori sono false. Quindi dovrebbe giurare che è lui ad aver ragione. Ma dopo massimo sei settimane il tribunale comincia a esaminare le prove, per verificare se le dichiarazioni fatte sotto giuramento sono vere.

I giudici dovrebbero controllare se è vero che un boss mafioso sia uscito di prigione e abbia dichiarato come domicilio "Villa San Martino, Arcore", suonare a "Berlusconi". E se gli autori del libro avessero ragione, allora le cose si metterebbero male per il querelante. Le accuse gli si ritorcerebbero contro. E sarebbe subito processato per falsa testimonianza.

Il Cavaliere conosce bene questo reato. Infatti, durante un processo intentato contro il libro Inchiesta sul Signor Tv di Giovanni Ruggeri e Mario Guarino (Kaos 1994), Berlusconi aveva dichiarato sotto giuramento di non aver mai fatto parte della Loggia P2. Per quell'affermazione il Cavaliere ha ricevuto quella che finora è stata la sua unica condanna definitiva, che poi è stata subito sottoposta ad amnistia.

È per questo che non sporge querela all'estero: sarebbe un boomerang. Qui in Italia, invece, il premier conta su una giustizia che può calpestare come un tappetino. In quale altro paese un imputato potrebbe uscire indenne da così tanti processi ottenendo sempre un'assoluzione grazie alle attenuanti generiche? Chi legge gli atti scopre fino a che punto i giudici si arrampicano sugli specchi per archiviare un caso, spesso con la formula "il crimine è stato commesso... i fatti sono reali", ma è acqua passata.

Il fatto che ci siano ancora pochi pubblici ministeri che osano procedere contro Berlusconi non ha niente a che fare con l'imbarazzante servilismo della maggior parte dei giudici italiani. Tengono famiglia, vogliono far carriera: è questa la vera situazione dei tribunali italiani, la cui malleabile adattabilità ai rapporti di forza politici non è molto diversa da quella dei mezzi d'informazione.

triangolare microsoft yahoo google

Ho trovato tramite vari giri un link a questo capitolo (estratto gratuito, in inglese) di un libro sulla tecnologia di google.
Certmante e' di parte, perche magnifica il google pensiero applicato nell'espansione della compagnia.

Viene confrontato con Microsoft e Yahoo, che sviluppano per potenziamento la prima, per addizioni la seconda....

Microsoft: ho un idea per un nuovo programma/servizio. Bene, lo sviluppo, se poi funziona solo sui pc dell'ultima generazione non fa nulla, gli utenti si devono aggiornare. lo faccio uscire il piu' presto possibile, avro tempo dopo per eliminarne i problemi piu' piccoli.
Se poi sovraccarica i sistemi, ho abbastanza soldi per potenziarli quanto serve... 

Yahoo: ho un idea per un nuovo programma/servizio, ma esiste gia'! lo compro e lo aggiungo, se poi e' in gran parte un duplicato di qulcosa che ho già non fa niente, l'importante e' che copra anche cio che mi serve.
Dato che la cosa funziona bene cosi', cambio solo i marchi e ne ottimizzo la gestione economica, non ho tempo per ottimizzarne il software.

Google: ho un idea per un nuovo programma/servizio, ma esiste gia'! lo compro, lo integro e lo collego con quello che ho gia, lo ottimizzo in modo che possa funzionare anche con l'hardware piu' semplice in circolazione, cosi' risparmio nei costi di manutenzione.
Se non esiste lo sviluppo, ma faccio in modo che sia espandibile e potenziabile nella maniera piu' veloce e con il minimo intervento, a costo di scervellarmi per farlo.

Se avete seguito un po' le evoluzioni di google, vi rendete conto che per adesso la filosofia funziona.... se volete sapere come, leggetelo...

martedì 4 ottobre 2005

PARADROID (ma bada ben bada ben , è Freedroid)

Quasi mi scende la lacrimuccia....
Qui si' che ci vorrebbe un urra per l'open source...
Mi hanno rifatto PARADROID (Freedroid).

chi aveva il commodore 64 e non ci a mai giocato, semplicemnte SI VERGOGNI!

e il bello e' che si sono messi a fare anche la versione in simil 3d!!!!

opensource vs copyright: a legal issue

Questo non e' un post generale su quest'argomento .
ma se qualcuno che lavora nel campo legale volesse darci un occhiata e dare un parere...

partiamo dall'inizio:
openttd (ttd = transport tycoon deluxe) e' il rifacimento da zero (al momento di quasi tutto tranne la grafica, in futuro anche di questa) di transport tycoon deluxe, piu' diverse innovazioni.
Transport tycoon deluxe e' un videogioco di circa 10 anni fa ormai quasi definibile come abandonware, cioe' non piu acquistabile facilmente e non piu' supportato dalla casa produttrice
L'abandonware meriterebbe una discussione lunghissima, perche' c'e' una marea di software valido ma sorpassato, introvabile se non negli archivi di qualche collezionista...

Ho fatto, tanto per, una ricerca della parola openttd sul motore di google per i gruppi di discussione, e mi sono imbattuto in una serie di mail che argomentano su una possibile controversia legale nel caso in cui il gioco in questione venisse allegato ad una distribuzione gratuita di Linux Debian, una delle piu' famose.

Premetto che per stessa ammissione degli sviluppatori, il progetto verte su un CLONE dell'originale, ma totalmente nuovo e riscritto da zero.
In realta' e' risaputo e praticamente dichiarato che il progetto e' potuto partire perche' tempo fa' qualcuno, per trovare il modo per rendere compatibile il vecchio programma con i sistemi operativi attuali, lo ha completamente disassemblato, decompilato e messo in chiaro. (Di per se in generale questa E' una violazione del copyright, ma a quanto pare non in Finlandia dove il gioco e' stato prodotto)
Dato che l'aspetto del gioco e', al momento, formalmente identico; l'idea e' assolutamente la stessa. Si potrebbe dire che senza una licenza del produttore originale il gioco e' di per se' un plagio.

Ma se questo ha bisogno della grafica del gioco originale per funzionare, e questa non e' distribuita con il programma, si puo' pensare che chi lo usa abbia acquistato una copia dela versione originale del primo (nel mondo attuale e' un apia speranza), e di conseguenza ne abbia acquisito la licenza d'uso... per quanto il modo di utilizzarla in oggetto sia un abuso (un misuse, vero Angelo?).

La disussione (in inglese, avverto) procede, ovviamente, sulle argomentazioni legali che porterebbero a sostenere o far decadere la violazione del copyright originale.
i paragoni sono tanti , e si citano specifici casi legali sulla proprieta' intelletuale nei media (un esempio e' quello della musica) e la discussione arriva anche a toni accesi tra i partecipanti. Si usa qulche termine tecnico, ma mi ha molto interessante specie per capire quanto l'open source possa essere vincolato dalla legge qundo una comunita' di sviluppatori si mette in campo per mettere in piedi un progetto per il puro gusto di migliorare qualcosa.