martedì 11 aprile 2006

Domani è un altro giorno

Si presenta in ufficio come se fosse un qualsiasi martedi. Ma all'ingresso il portiere lo ferma, chiedendogli i documenti.
"Come, non sa chi sono io?"
"Sì, ma voglio esserne certo"

Mostra, risentito, la sua tessera aziendale.
Il portiere la guarda, scuote la testa: "Come pensavo, lei non lavora più qui".
"Come no. Sto al reparto antiberlusconisti d'assalto. Invento le barzellette. Quella su Berlusconi, Dio e la puttana senza un braccio è stata un trionfo"
"Era buona, è vero. Ma da oggi non c'è più bisogno di lei, il reparto è stato chiuso. Siete tutti liberi"
"Tutti?"
"Lei, quelli degli editoriali, quelli delle inchieste, quelli delle false voci. Tutti"

Per convincerlo gli mostrò il giornale con il titolo a tutta pagina, ma l'aveva già comprato, sapeva. Semplicemente sperava che non avesse quelle conseguenze.
"Resta pur sempre a capo dell'opp..."
"See. La saluto"
"E comunque la sua ricchezza giustif..."
"Circolare, che c'è gente che lavora qui"

Si allontanò, sconsolato. Nella valigetta aveva le tracce per tre nuove barzellette: Berlusconi che torna dall'inferno e va dal papa, Berlusconi immortale dentro una pentola a pressione, Berlusconi e Prodi al dibattito del 2032. Tutte inutili. Si sedette su una panchina, discoccupato e triste. E pensare che per evitare che accadesse, nel segreto della cabina elettorale, lui l'aveva sempre votato.

[gabriele romagnoli]

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