martedì 4 aprile 2006

Lost in traslation - La parolaccia del premier spiazza la stampa straniera

Imbarazzo tra i cronisti delle agenzie estere per la traduzione dell'epiteto
usato dal premier. "Da noi non lo farebbe nessuno"
La parolaccia del premier spiazza la stampa straniera
di CRISTINA NADOTTI
Berlusconi durante il discorso

ROMA - E Berlusconi spiazzò i giornalisti stranieri, impastoiati in
acrobazie lessicali per spiegare quella parola tanto banale e usata (o
abusata) in Italia: coglioni. "Il Primo ministro Silvio Berlusconi martedì
ha usato una parola volgare che significa "testicoli" per descrivere la
gente che pensa di votare per il centrosinistra", spiega la Reuters, che poi
deve anche specificare: "Berlusconi ha etichettato come "coglioni" i votanti
per il centrosinistra. La parola italiana è gergale per "testicoli" ma è
anche usata comunemente come insulto per descrivere qualcuno di scarsa
intelligenza".

Certo agli esperti di politica internazionale anglofoni era andata meglio
ieri durante il dibattito televisivo, quando, pur sottolineando,come fa ad
esempio la Bbc, che sono volati gli insulti, non è stato difficile riferire
la frase di Prodi dell'ubriaco che si attacca al lampione, visto che
l'immagine, come ha sottolineato lo stesso Prodi, è del commediografo
irlandese George Bernard Shaw.

Meglio che agli anglofoni va ai commentatori francesi, che hanno la parola
equivalente, ma qualunque cittadino della République inorridisce al pensiero
che anche nel clima infuocato di questi giorni Sarkozy possa chiamare cons
(pardon my French, ironizzano appunto gli inglesi quando dicono una
parolaccia) i suoi oppositori. La parola va bene per una canzone di Georges
Brassens, ma non per l'agone politico, e infatti l'agenzia France Presse
opta per couillons, pur sempre volgare, ma meno gergale.

Juan de Lara, direttore dell'agenzia spagnola Efe, è ancora attonito: "A noi
fa ridere stare qui a parlare di come tradurremo la parola usata da
Berlusconi, ma in realtà la cosa è gravissima. Sarà perché stiamo preparando
uno speciale sulle elezioni italiane e negli ultimi giorni abbiamo
ripercorso tutte le perle del premier". Ai lettori spagnoli l'epiteto di
Berlusconi viene tradotto "gilipollas". "Ma è una parola molto volgare -
avverte de Lara - non riesco neanche a immaginare un politico spagnolo che
la usi!". E comunque anche in questo caso la traduzione è difficile, ma
carina: il nostro premier, per l'Efe, ha dato del "tonto del culo" a una
buona parte dell'elettorato.

Altrettanto stupita del linguaggio di Berlusconi e in ambasce Carola
Frentzen, corrispondente Deutsche Presse Agentur, che dice "Abbiamo molte
brutte parole corrispondenti a quella usata dal premier, ma non le scriverò
nel pezzo. Opterò per un più banale "Idioten". Il senso è chiaro anche in
italiano e a quanto pare per la stampa tedesca non vale la pena infierire
sul linguaggio usato dal premier, nei confronti del quale i tedeschi hanno
già detto la loro quando non hanno apprezzato l'ironia del termine "Kapò".
Con questo termine Berlusconi apostrofò il capo delegazione tedesco Martin
Schulz, durante il discorso di insediamento a Strasburgo.

Alla fine del percorso linguistico viene anche un dubbio in italiano. Visto
che il termine usato da Berlusconi non ha il femminile, potranno le
elettrici del centrosinistra ritenersi escluse dal giudizio?

(4 aprile 2006)

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